Marina Martorana è giornalista di attualità, autrice di manuali/saggistica e consulente di comunicazione
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Facebook, tra grammatica e selfie

Saper vivere nella jungla digitale. Stavamo dando un’occhiata a Facebook. E, dopo la teoria, riprendiamo il discorso entrando nel vivo del social network numero uno al mondo. Che è snobbato da una folta schiera di intellettuali (e pseudo tali) in quanto ritenuto il bar Sport virtuale. In effetti, e sia pur senza pretese accademiche,  rappresenta una piazza popolare dove ognuno si esprime senza ritegno.  O forse, nascosto dallo schermo e magari da un falso profilo, butta fuori il senso del vivere che cova dentro di sé, la sua sociocultura.

A partire da grammatica e ortografia di livello elementare e pre.   La maggior parte dei post contiene errori che vanno dalla declinazione dei verbi alla punteggiatura, passando per i mille altri rivoli dell’alfabetismo, esempi:o e a usati come verbi. Non convince la giustificazione di alcuni ” dipende dalla fretta”, perché allora …non scrivere in fretta.  Il punto è che l’impressione di chi legge un testo sgrammaticato, ovunque esso sia, non può essere positiva. Se si considera che diversi head hunter cercano persone cui offrire un lavoro di un certo livello proprio su Facebook, la conclusione è presto fatta. 

Sempre in ambito professionale, molti ritengono che il loro profilo FB sia assolutamente personale, nulla c’entri con la loro attività. Ma come è possibile, se è sotto agli occhi di chiunque? Suvvia, un po’ di buon senso logico.  E ogni foto, ogni dichiarazione, ogni commento viene letto da chi capita, per caso o per amicizia, oppure per via di un altro amico virtuale che ha commentato in quel rettangolino tecnologico. 

Le restrizioni di accesso ci sono, ma  blande, si sa. O non si sa? D’altronde è un social network, utilizzarlo come diario è da ingenui. A meno che non si voglia trasmettere quell’immagine di sé , tutt’altro discorso perché rientra in una precisa strategia. Non intendevo questo. Bensì mi riferivo a donne manager che postano decine di selfie al giorno in pose diviche,spesso cambiando look nel corso della giornata e in situazioni diverse , davanti a una statua, al mare, a un tramonto ( ma quando lavorano?). Idem per  gli uomini imprenditori – sempre selfie – al bar per  un caffé, poi nel bel ristorantino per  pranzo, infine per aperitivo e cena, in compagnia di amici o di belle ragazze (ma quando lavorano?). 

Ultima nota, poi passo e chiudo. I selfie stanno passando di moda. Uno ogni tanto , de gustibus.., ci può stare. Troppi no, incutono sospetti (vedi sopra) sulla professionalità dei vari personaggi, che passano per degli sfigati.Gente che non sa più che fare per attirare l’attenzione su di sé

 

 

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