Marina Martorana è giornalista di attualità, autrice di manuali/saggistica e consulente di comunicazione
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Social network, fake news e digital business

Della serie: basta saperlo. Nulla contro ai social network, sicuramente una comunicazione rivoluzionaria che ha aiutato non solo le aziende a farsi conoscere senza spendere capitali, ma anche persone disabili, chi è  solo, quanti hanno amici e parenti dall’altra parte del mondo. Però un fenomeno di tale portata esige un minimo di riflessione, giusto per essere consapevoli di quanto si sta vivendo. Ogni nostro like, ogni nostra condivisione, ogni nostro commento è un click che porta business a qualcuno, non certo agli ignari privati che si sollazzano a postare o a dire la loro, ma ai giganti che gestiscono il web. Per capirci, quei simpatici remake ” ti ricordi di come eri un anno fa”  sono atti a far ripubblicare quella notizia. E i vari giochini tanto divertenti tipo ” chi saresti stato nella tua vita precedente” idem, e via così sulla scia del continuare a produrre traffico digitale.  Le stesse fake news, di cui si parla, straparla e riparla in continuazione (anche a livello accademico), sono meri strumenti lanciati per fomentare il bizzarro traffico digitale. Vero o falso, che importanza ha se può arricchire materialmente? Peccato, soldi a parte, vadano a discapito dell’informazione e aumentino appunto la disinformazione, in un momento storico altalenante, in cui le certezze sono sempre meno. Nella confusione del presente, e nella disattenzione per i valori umani ( sempre non serva a far cassa), il dio denaro regna sovrano e offusca, sbiadisce, annienta i canoni etici di una società che si ritiene evoluta. Il progresso della tecnologia – e dei suoi mille rivoli acchiappa-quattrini – non va però di pari passo a quello del rispetto civile. E che altro dire, non sta a noi singoli individui, peraltro giocoforza più o meno succubi del sistema globale, agire per arginare la mostruosità in corso. A parer mio sarebbe velleitario, donchisciottesco pensare di erigerci da singoli a pseudo eroi, paladini della giustizia sociale. E poi ci verrebbero mal di stomaco, ulcera, malattie psicosomatiche. Non sta a noi. Ci sono fior fior di Autorità per questo. Semmai, vien da chiedersi come mai non intervengano. A noi basta sapere come stanno le cose: usiamo i social network ma evitiamo, per quanto possibile, di farci usare.

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