Marina Martorana è giornalista di attualità, autrice di manuali/saggistica e consulente di comunicazione
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In aumento le doggy bag: effetto crisi o civiltà?

avanzi ciboEffetto crisi o nuova cultura sociale antispreco che avanza? Con una spolverata di galateo, perché comunque lasciare cibo nel piatto è da maleducati, esattamente come abbuffarsi. Si ordina meno e si mangia tutto. Evviva la civiltà. Una recente indagine svolta on line da Coldiretti  rileva che una persona su tre (36%) non lascia avanzi ( o meglio, se li porta via) quando va a mangiare al ristorante, in pizzeria, nell’agriturismo e l’aumento delle doggy bag nell’ultimo anno è del 54%. Che sta succedendo? Sta vacillando l’italianissimo tabù del vergognarsi di sembrare poveri? Pare di sì. Va precisato che in sé non è nulla di strano. Soprattutto per gli anglosassoni è prassi normale, al di là del denaro e dei momenti economici critici, portare a casa gli avanzi di pranzo o cena fuori in un sacchetto di carta oppure in una apposita scatola, naturalmente in materiale riciclato. Un contenitore detto  doggy bag, per intendere che quel che resta a tavola è destinato al cagnolino. O a se stessi, il giorno dopo. Perché buttare via cibarie buone? In Italia si parla tanto di questo argomento. Media, social media, Enti, aziende  ( per esempio Ikea) fanno notare quanto si sprechi. Pertanto è pur vero che viviamo in piena eurocrisi, che noi italiani affolliamo sempre meno ristoranti e dintorni, che quando ci andiamo ordiniamo il vino sfuso invece della bottiglia, una pasta e il dolce al posto del tradizionale antipasto-primo-secondo-dessert. Però guardiamo i fatti ( e l’educazione, ahinoi in via di estinzione).