
Perché scrivo gialli
Già, bella domanda. Potrei rispondere istantaneamente in almeno una trentina di modi, i gialli mi piacciono, mi attizzano, mi intrigano, mi affascinano, mi coinvolgono, mi danno energia, mi regalano chiavi di comprensione sulla natura umana, mi fanno riflettere sulla precarietà del vivere, mi allertano sulla mala-società. Non so però se amo di più scrivere le storie in sé o assaporare il forte messaggio che veicolano: trionfa la giustizia. I veri carnefici non restano impuniti. E i presunti tali non finiscono in galera. Perché qualcuno scopre, appunto, che non hanno commesso loro quel reato. Almeno sulla carta c’è sempre una detective appassionata e determinata che fiuta e stana la verità, come la mia Teresa Leone che veste solo di blu per senso pratico (vedi foto del quadro La Parisienne di Renoir). E’ idealmente consolante. Il mondo ahinoi pullula di crimini e di criminali, mezze tacche o geni del male, a piede libero. Squilibrati mentali, super-fragili, psicopatici affollano la realtà, generando fatti tristemente noti..basta leggere i giornali per imbattersi nella più sfrenata cronaca nera quotidiana anche nella pagine della bianca o della rosa. Uso di droghe pesanti, di alcool, abuso di farmaci neurolettici. Violenza fisica oppure psicologica, spesso entrambe convivono nella stessa vicenda. Furti, sequestri di persone, stupri, botte, pedofilia, minacce, ricatti, sfregi, omicidi. E la maggior parte delle volte non si saprà mai “chi è stato per davvero”. Per una miriade di motivi oggettivi e soggettivi, che spaziano da pura incompetenza a burocrazia paralizzante, disattenzioni, ritardi, disguidi, mancanza di personale, carenza di mezzi tecnologici, scarsa o nulla conoscenza di criminologia (e psicologia in generale). Invece, in ogni romanzo giallo o serie tivù che si rispetti l’investigatore o l’investigatrice creati dall’autore/sceneggiatore scopre il colpevole. Insomma, scrivo gialli perché appaga il mio senso di soddisfazione morale.
Mercoledì 22 marzo evento per Morte sul Verbano (nuova edizione)
A breve uscirà la nuova edizione ( Pietro Macchione Editore) di Morte sul Verbano, il mio primo romanzo giallo ambientato tra arte, natura, storia e società della bellissima – e poco nota – sponda lombarda del Lago Maggiore. Per la presentazione ho pensato a un evento lacustre festaiolo, socializzante… e avrà luogo mercoledì 22 marzo, ore 18.30, al ristorante Ninfea in via Mongo 310 a Cadrezzate (VA)
Con me sarà presente il professor Giuseppe Armocida, illustre esperto di psicopatologia forense per dare un taglio (anche) scientifico ai crimini narrati nel racconto. Come moderatrice dell’incontro, la bravissima giornalista di Rete 55 Valentina Bigai.
Per l’occasione, nel delizioso ristorante Ninfea affacciato sul laghetto di Monate si potrà cenare (menu tutto compreso) con 10 euro a testa…e trascorrere così una interessante serata socialcult tutti insieme
Studio 21 Brebbia: le sette C per una efficace comunicazione
NEWSLETTER 3-2017 di Studio 21 Brebbia
LA SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE
È quella branca della sociologia che studia nel dettaglio le implicazioni socioculturali
che nascono dalla mediazione simbolica, con particolare riguardo
all’uso dei mezzi di comunicazione di massa. Essa studia dunque la radio, il
cinema, la televisione, la stampa e, più recentemente, i nuovi media. Studiare i
mezzi di comunicazione significa esaminare come lo stesso messaggio
mediatico abbia, a seconda del contesto culturale, economico e sociale in cui
viene ricevuto, conseguenze differenti sui gruppi sociali, come sui singoli
individui che ne fanno parte (l’attenzione specifica sui singoli è rivolta
maggiormente dalla psicologia sociale). In altre parole si analizzano i modi in
cui il messaggio è trasmesso, le conseguenze della loro fruizione, le tecniche
per una corretta comunicazione, nonché le modalità per riconoscere quando
la comunicazione non è corretta.
UNA COMUNICAZIONE EFFICACE
Quali sono, dunque, le caratteristiche della comunicazione efficace? Nel
manuale Effective Public Relations (1953), il professor Scott M. Cutlip della
University of Winsconsin ne identificò sette. L’insieme di queste
caratteristiche è conosciuto in inglese come 7 C’s of Communication (le 7 C
della comunicazione).
COMPLETEZZA (Completeness)
Per essere efficace, è necessario che la comunicazione sia completa, ovvero
che contenga tutte le informazioni necessarie al ricevente per valutare
un’offerta o una situazione, o per risolvere un problema. Comunicare in modo
completo permette di raggiungere gli obiettivi di comunicazione in modo più
rapido, poiché il ricevente ha già a disposizione tutti i dati per prendere le
proprie decisioni e si riduce la quantità di domande e dubbi nel ricevente.
CONCISIONE (Conciseness)
Un messaggio breve ed un messaggio conciso non sono la stessa cosa. Essere
concisi infatti significa comunicare tutte le informazioni pertinenti al
contenuto del messaggio senza aggiungere dettagli inutili o ridondanti. Anche
un messaggio breve può, quindi, essere lacunoso o troppo fiorito. La
concisione è un elemento fondamentale della comunicazione efficace, poiché
permette tanto all’emittente quanto al ricevente di concentrarsi solo sulle
informazioni essenziali.
CONSIDERAZIONE (Consideration)
Per comunicare in modo efficace, è necessario che l’emittente prenda in
considerazione il punto di vista del ricevente, le sue necessità ed il suo stato
d’animo. Modulando la comunicazione sulla base dell’altro, l’emittente può
trasmettere le informazioni e i concetti in modo più efficace, poiché sarà in
grado di utilizzare argomenti ed esempi più vicini all’esperienza del ricevente
e, di conseguenza, più facilmente assimilabili e comprensibili.
CONCRETEZZA (Concreteness)
La comunicazione efficace è concreta, ovvero si basa su dati e fatti per
supportare i contenuti del messaggio. Comunicare in modo concreto significa
anche rispondere in modo puntuale alle domande, o sviluppare le proprie
argomentazioni partendo dal caso specifico in esame piuttosto che da teorie e
casi generali. La concretezza aumenta l’efficacia della comunicazione, perché
permette al ricevente di comprendere il messaggio in modo più
circostanziato e completo.
CORTESIA (Courtesy)
Comunicare in modo cortese, senza aggredire l’interlocutore e senza voler
forzare una risposta, migliora il clima della comunicazione e predispone
emittente e ricevente ad una conversazione positiva e costruttiva. La cortesia
nella comunicazione implica anche il rispetto dei valori e della cultura
dell’altro, nonché l’uso di un registro linguistico adatto al pubblico di
destinazione.
CHIAREZZA (Clearness)
Un’altra delle caratteristiche della comunicazione efficace è la chiarezza,
ovvero la specificità del messaggio. Comunicare in modo chiaro significa
concentrarsi su un solo obiettivo, enfatizzandone così l’importanza e
rendendo più semplice l’assimilazione del messaggio da parte del ricevente.
Un altro elemento importante per la chiarezza del messaggio è l’uso di una
terminologia appropriata, che riduce le possibilità di confusione e l’ambiguità
del messaggio.
CORRETTEZZA (Correctness)
Per essere efficace, infine, la comunicazione deve essere svolta in modo
corretto. L’assenza di errori grammaticali o sintattici migliora la chiarezza del
messaggio e ne aumenta l’impatto, influendo positivamente anche
sull’impressione che il ricevente ottiene dell’emittente durante la
comunicazione. Comunicando in modo corretto, l’emittente acquista
credibilità e, di conseguenza, aumenta la credibilità del messaggio