Marina Martorana è giornalista di attualità, autrice di manuali/saggistica e consulente di comunicazione
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perchè scrivo gialli

Perché scrivo gialli

Già, bella domanda. Potrei rispondere istantaneamente in almeno una trentina di modi, i gialli mi piacciono, mi attizzano, mi intrigano, mi affascinano, mi coinvolgono, mi danno energia, mi regalano chiavi di comprensione sulla natura umana, mi fanno riflettere sulla precarietà del vivere, mi allertano sulla mala-società. Non so però se amo di più scrivere le storie in sé o assaporare il forte messaggio che veicolano: trionfa la giustizia. I veri carnefici non restano impuniti. E i presunti tali non finiscono in galera. Perché qualcuno scopre, appunto, che non hanno commesso loro quel reato. Almeno sulla carta c’è sempre una detective appassionata e determinata che fiuta e stana la verità, come la mia Teresa Leone che veste solo di blu per senso pratico (vedi foto del quadro La Parisienne di Renoir). E’ idealmente consolante. Il mondo ahinoi pullula di crimini e di criminali, mezze tacche o geni del male, a piede libero. Squilibrati mentali, super-fragili, psicopatici affollano la realtà, generando fatti tristemente noti..basta leggere i giornali per imbattersi nella più sfrenata cronaca nera quotidiana anche nella pagine della bianca o della rosa. Uso di droghe pesanti, di alcool, abuso di farmaci neurolettici. Violenza fisica oppure psicologica, spesso entrambe convivono nella stessa vicenda. Furti, sequestri di persone, stupri, botte, pedofilia, minacce, ricatti, sfregi, omicidi. E la maggior parte delle volte non si saprà mai “chi è stato per davvero”.  Per una miriade di motivi oggettivi e soggettivi, che spaziano da pura incompetenza a burocrazia paralizzante, disattenzioni, ritardi, disguidi, mancanza di personale, carenza di mezzi tecnologici, scarsa o nulla conoscenza di criminologia (e psicologia in generale). Invece, in ogni romanzo giallo o serie tivù che si rispetti l’investigatore o l’investigatrice creati dall’autore/sceneggiatore scopre il colpevole. Insomma, scrivo gialli perché appaga il mio senso di soddisfazione morale.