Marina Martorana è giornalista di attualità, autrice di manuali/saggistica e consulente di comunicazione
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La sponda lombarda del Lago Maggiore, questa sconosciuta

Grazie per l’attenzione amici reali e virtuali, ma non è tutto. La mia musa ispiratrice è la sponda lombarda del Lago Maggiore, per certi versi la bella addormentata su se stessa, per altri…fa pensare all’indimenticabile Carneade, chi era costui?, oppure si può definire la sconosciuta alla luce del sole. Contrariamente alla dirimpettaia costa piemontese, arcinota. Come è possibile che un’area del laborioso Nord Italia, in Lombardia, a una cinquantina di chilometri da Milano, a una ventina dall’aeroporto di Malpensa e dalla Svizzera, straripante di natura, tramonti, arte, storia, cultura millenaria non sia adeguatamente valorizzata e promossa? Eddai. La zona si articola in un suggestivo sali-scendi collinare tra quattro laghi, oltre al Maggiore ci sono quelli di Monate, Comabbio e di Varese. Il Maggiore e Monate sono balneabili e dalle acque costantemente monitorate e pulitissime, gli altri no. Si dovrebbe far qualcosa di concreto, trascurarla è un grande, enorme spreco di risorse. Sarebbe importante agire per lo sviluppo socioeconomico nonché per l’affascinante turismo slow lacustre, i comuni della provincia di Varese che si affacciano sul lago Maggiore lungo una sessantina di chilometri, sino al confine elvetico, sono quindici: Tronzano Lago Maggiore,  Maccagno con Pino e Veddasca, Luino, Germignaga, Brezzo di Bedero, Porto Valtravaglia, Castelveccana, Laveno Mombello, Leggiuno, Monvalle, Brebbia, Ispra, Ranco, Angera, Sesto Calende.

I miei gialli sono ambientati qui, sulla sponda lombarda del Verbano, in uno scenario spettacolare che spero possa diventare un pochino più noto…almeno per chi li leggerà.

Brebbia, l’ombelico dell’info-communication

brebbia-churchBrebbia, l’ombelico dell’info-communication è la nuova newsletter di Studio 21 Brebbia. Qualche cenno tra passato e presente di un aspetto fondamentale e senza tempo tra persone, Enti, Aziende..appunto, il comunicare.

L’unico grande problema della comunicazione è l’illusione che abbia avuto luogo. (George Bernard Shaw)

NEWSLETTER 1- gennaio 2017

 COMUNICARE… UN’ESIGENZA CHE NASCE NELLA NOTTE DEI TEMPI

La comunicazione, verbale, gestuale o scritta, è nata con il mondo e si è evoluta di pari passo, assumendo proporzioni sempre più globali in relazione a ogni nuova scoperta tecnologica. La parola deriva dal greco antico koinòs, che significa ‘mettere in comune’. E poi dal latino, cum (con) e munire (legare, costruire) e ancora da communico, mettere in comune, far partecipe, che a sua volta deriva dall’aggettivo communis, comune, che appartiene a molti e significa anche affabile, cortese, come dal sostantivo: comunità, nazione, bene comune. In prima sintesi, è l’insieme dei fenomeni che comportano la distribuzione di informazioni.

communicationLA SCRITTURA PER TRASMETTERE INFORMAZIONI

Dai segnali di fumo gestiti con fiamma più alta o bassa, oppure intensa o tenue agli ideogrammi – che non rappresentano icone né hanno legami con quanto raffigurano ma sono segnali convenzionalizzati, intorno al 3500 a.C , in Mesopotamia, si passa all’elaborazione del primo sistema di scrittura, basato su ideogrammi.

UN ANEDDOTO PER SOTTOLINEARE L’IMPORTANZA DELLA COMUNICAZIONE CONVENZIONALE

La storia delle comunicazioni ricorda un aneddoto drammatico in quel mondo greco in cui gli eventi tanto bene s’intrecciano con leggenda e mitologia: la morte di re Egeo, suicida in mare a causa di un’errata notizia pervenutagli a distanza. Il figlio Teseo, infatti, al ritorno dall’impresa vittoriosa contro il Minotauro, aveva dimenticato di sostituire le vele nere con quelle bianche. Segnale che avrebbe dovuto far intendere da lontano al padre sulla terraferma che la missione era perfettamente riuscita e lui era salvo.communication-2

L’AVVENTO DELLA STAMPA E LA NASCITA DEI LETTERATI

Ma facciamo un grande salto in avanti in Europa. Verso la fine del Quattrocento l’artigiano orafo tedesco Gutemberg inventò i caratteri mobili in metallo per la stampa. Va detto che la stampa cinese, realizzata con tasselli di argilla o di legno, era già in atto da circa cinque secoli. Comunque, la nuova tecnologia ebbe una diffusione europea rapidissima: nel 1500 si contavano stamperie in 242 città. Così la trasmissione fa un grosso balzo in avanti. La riproduzione dei testi scritti si sposta dallo scrittoio dell’amanuense all’officina dello stampatore. Inoltre, con la stampa viene a crearsi una nuova classe d’intellettuali, gli uomini di lettere. Prima di allora era la Chiesa che monopolizzava i letterati, patrocinati a volte anche dal mecenatismo aristocratico e borghese. Presto anche l’editore diventa una sorta di mecenate legato alla nascente economia di mercato. Non va dimenticato, infine, che durante l’Illuminismo scrivere diventò una vera e propria carriera intrapresa da decine di pensatori, filosofi, intellettuali e scienziati. Tuttavia, la rivoluzione della stampa non si verificò nell’arco di una generazione. Ci vollero 200 anni perché i cambiamenti introdotti dalla stampa nella società e nel campo della conoscenza fossero definitivamente sistematizzati.

Da Fasòeu a Brebbia Bean, la rinascita di un fagiolo

 Si festeggia alla corte del re Fagiolo

Da venerdì 2 a domenica 4 ottobre torna a Brebbia (VA)  Fasòeu in Piazza

Da Fasòeu a Brebbia Bean. Eccoci alla settima edizione della kermesse brebbiese dedicata al suo simbolo di identificazione, unica nel suo genere e con tante novità. Il tradizionale fagiolo dall’occhio nero, con la pelle più fine degli altri – quindi più duttile e digeribile – e che non proviene dall’America sta vivendo il suo momento di gloria. Ha partecipato al Salone del Gusto di Torino, presente all’Expo di Milano nell’orto delle biodiversità ed è stato recensito dallo chef Sergio Barzetti nel suo ultimo libro di ricette

E non solo. Ha raddoppiato gli amici no-global: oltre a rappresentare una comunità di cibo Slow food ( con due orti naturali, creati appositamente e curati da volontari), è entrato nel circuito di Slowbeans, la rete italiana dei produttori di legumi

Ancora, potrebbe dare un concreto aiuto all’economia della zona visto che un’azienda agricola locale ha deciso di sperimentarne la coltivazione

Durante la vivace tre giorni dedicata al prezioso elemento di aggregazione sociale, non manca neppure uno spazio innovativo: un piccolo Museo del Fagiolo nei restaurati locali di Villa Terzoli. E a breve, in una sala adiacente, saranno anche esposti gli attrezzi agricoli inerenti

Il sindaco Domenico Gioia, deus ex machina del rinato Brebbia Bean, è disponibile a interviste per quanti desiderano approfondire

Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito del Comune di Brebbia www.comune.brebbia.va.it nella pagina dedicata ai prodotti locali

 Programma della manifestazione

Venerdì 2 ottobre:

ore 21 – conferenza Agroecologia – nutrire la gente, salvare il pianeta, relatore Marco Bertaglia, Scientific Project Officier JRC Ispra

Sabato 3 ottobre:

ore 21 – conferenza Agricoltura Naturale, con Giovanni Carlo Cappello. A seguire, proiezione di immagini e filmati del re Fagiolo

Domenica 4 ottobre:

dalle 9 alle 17esposizione di prodotti locali nella piazza della Chiesa

con visite guidate nella Chiesa romanica dei SS Pietro e Paolo, monumento nazionale; al Museo della Pipa, alla Centrale Idroelettrica di fine Ottocento ancora funzionante

Ospite la scrittrice Marina Martorana con il suo giallo Morte sul Verbano, il romanzo ambientato lungo la Costa Fiorita

Dalle ore 12, in piazza della Chiesa, degustazione di piatti speciali a base di prodotti locali e di Brebbia bean, dal pane ai dolci a base di farina di fagioli, passando per altre introvabili tipicità tra cui il risotto con fagioli e il gelato al gusto del Fagiolo di Brebbia